05 maggio 2010

Dopo il Raduno Nazionale

Spio attraverso il vetro lo schiudersi del giorno.
Ascolto il silenzio del giardino e contemplo le tonalità forti dei verdi che la pioggia, caduta copiosa nella notte, ha reso più brillanti.
I pensieri scorrono piano, rischiarati dai tenui bagliori mattutini. Non riesco a dormire!
Inesorabile la mente mi porta lontano e si sofferma lungo sentieri boscosi; valica garbate colline dai prati cosparsi di fiori gialli, abitate di tanto in tanto da casolari in pietra antica; sorvola i profili innevati degli Appennini, poi di nuovo si inoltra nella fitta vegetazione e nelle scoscese stradine della boscaglia, talvolta sassose ed alternate ad ombrose pinete incantate…
Il rintocco delle sei ora interrompe il viaggio…aspetto che il campanile compia rassegnato il suo perpetuo dovere e mi lascio cullare ancora dai ricordi.
…giungo ai vecchi castagni, incontrastati e secolari signori dei boschi, nobili ed austeri testimoni di antichi eventi. Stagliano al cielo i loro rami stanchi, denudati ormai da foglie e frutti, nella eterna attesa della fine, mentre, lungo i possenti tronchi, profondi squarci simili a bocche spaventose evocano saghe di streghe e folletti.
Odo adesso un gran vociare, nitriti e scalpitii di zoccoli ed allegre risate. D’un tratto mi ritrovo con i miei compagni di viaggio : Sergio, Franco, Claudio, Laura e Serena e molti molti altri, e con loro procedo in fila indiana in sella al mio cavallo; arranchiamo tutti in salita.
Due cerbiatti guizzano dal folto degli alberi e fuggono spaventati, via lontano, verso un vecchio casotto abbandonato.
Il paesaggio si apre ora sotto un tiepido cielo di zaffiro ed una distesa di ciliegi ci accoglie col suo profumato abbraccio di fiori bianchi; qualche tetto spunta all’orizzonte, gente ci saluta, bimbi tenuti stretti dai genitori agitano la manina e ci sorridono.
Pochi tratti ancora tra vicoli, orti e cortili, poi di nuovo in mezzo al verde, tra alte querce disposte in ordinate file come soldatini schierati in parata; si oltrepassano rii e distese di campi talora delimitati ai confini da vecchi gelsi e così via, in un susseguirsi di suggestivi paesaggi.
Un cane bianco ci segue senza mai disturbare, dal primo giorno, quasi fosse un discreto angelo custode incaricato di proteggerci. Di tanto in tanto sparisce, poi come dal nulla ricompare.
Dal vetro ora albeggia, assisto al lento risveglio del mio giardino mentre le palpebre si fanno di piombo e gli occhi mi si chiudono, me ne torno a letto… ho un vago ricordo di un cane bianco che mi trotterella al fianco, poi il sonno dolcemente mi sorprende ed inizio a sognare…; sono a Gaggio Montano, al mio primo Raduno Nazionale di Natura a Cavallo; mi soffermo lungo sentieri boscosi; valico garbate colline dai prati cosparsi di fiori gialli, abitate di tanto in tanto da casolari in pietra antica …..ed assaporo ogni momento, ed e’ già nostalgia, già, … solo più un ricordo, un piacevole ed indimenticabile ricordo.

Sara
Maggio 2010

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